too much...

nel mentre

Oggi è scomparso Claudio Sinatti, maestro dolcissimo e di una gentilezza assoluta. Raramente ho conosciuto una persona cosi delicata, appassionata e seria. Nel mentre la sua bacheca su facebook diviene luogo di encomi funebri paradossali, qualcuno nei giorni precedenti lo invitava a combattere contro la malattia.
Mi domando come si possa pensare di combattere contro un nemico invisibile che domina il tuo corpo, che succhia via le risorse fisiche e mentali, come si può procedere con queste banalità?
Non moriamo perchè ci ammaliamo, ci ammaliamo perchè fondamentalmente dobbiamo morire, come ricorda giustissimamente M. Focault.

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ah ah ah, too much...

La Feltrinelli è finita

feltrinelli

Feltrinelli Corso Buenos Aires, Milano.
Si sa, l’industria del libro è in grossa crisi, ma non per l’avvento di internet, degli ebook etc etc, ma semplicemente perchè si è compiuta pienamente l’eta della tecnica, ha vinto il saper far di conto, la pseudo scientificità dei saperi, ragion per cui stanno scomparendo i libri, in una contrazione che mi sembra una mutilazione bella e buona.

La Feltrinelli punta su RED ovvero Read Eat Dream, in sostanza l’istallazione di bar e ristoranti nei punti vendita per correre ai ripari insomma mangiare mangiare mangiare.
Le università sono alla fame assoluta, si registra in italia -27% di immatricolazioni nelle facoltà umanistiche e solo a Milano sono raddoppiate le domande per entrare nella facoltà di Ingegneria.

Insomma la situazione le è quel che le è, ma c’è una cosa che non riesco a mandare giù.
Trovo istallato in una Feltrinelli a Milano un espositore che propone oggetti atti al culto buddista: Kingo, your buddhist lifestyle, sobbalzo, mi avvicino e trovo che c’ è proprio tutto, candele, altarini etc etc. dove lo istallano? Secondo una pietosa azione di marketing nella sezione filosofia!
Tutto questo oltre che del tutto inefficace dal punto di vista della vendita, è la rappresentazione concreta della banalizzazione massima che si possa fare sia della filosofia che del buddismo.

Come se Cartesio o Spinoza avessero qualcosa in comune con il buddismo, io proprio spero chiudano queste benedette feltrinelli, abbiano il coraggio di fare ristoranti alla eatitaly e basta.

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L’ananas

Io ero pessimista nei confronti dell’ananas, non l’ho mai sopportato, non mi ha mai ispirato, poi un bel giorno non so bene per quale alchimia mi è piaciuto, ed anche tanto.
La diatriba è antica, il tempo cambia il corpo e la propria mente, la verità è hegelianamente in cammino, eppure io sono convinto che esiste una irriducibile profonda ossatura immodificabile.

Per quanto si possa essere animati da speranze di cambiamento, non è il mio caso, bisogna fare i conti con quel residuo, quello zoccolo duro, quella struttura originaria, certamente mediata dall’esperienza della vita.

Insomma si cambia certamente, ma non fino in fondo, con tutte le conseguenze del caso.

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Apprezzabile frammento osseo

Arriva un momento in cui ti chiamano in una stanza grande con tanti uomini in camice bianco, c’è un silenzio irreale, ti mostrano una radiografia (non su lastra oramai il digitale ha reso obsoleto pure le lastre) su di uno schermo di un computer.
C’è una frazione di osso che ha ceduto si è staccata dal suo corpo principale e a volte si muove.

Io non mi sono spaventato, mi sono solo reso conto che non è tanto complesso morire.

Vivamente consigliato Non chiamare il dottore

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il dentista

Questa volta l’anestesia tronculare non è andata bene, alle mani esperte e ferme del dottore non ha giovato neppure l’uso di un ago extra lungo. Il nervo è stato solo sfiorato.
Così ho subito un’otturazione senza anestesia.
Il dottore mi sembra mortificato, mi da una pacca sulla spalla, io mi giro, lo guardo e gli dico seriamente:
“Caro dottore non dobbiamo mai dimenticare che la medicina è un sapere soggetto a potente fallibilità e noi pazienti dobbiamo smetterla di avere una fiducia assoluta nei confronti della medicina”.
Lui mi guarda un pò interdetto e poi accenna un sorriso ed esce dalla stanza.

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La volpe e l’uva

“Che fame!” esclamò la volpe, che era a digiuno da un paio di giorni e non trovava niente da mettere sotto i denti; girellando qua e là, capitò per caso in una vigna, piena di grappoli bruni e dorati.

“Bella quell’uva!” disse allora la volpe, spiccando un primo balzo per cercare di afferrarne un grappolo. “Ma com’è alta!” e fece un altro salto. Più saltava e più le veniva fame: fece qualche passo indietro e prese la rincorsa: niente ancora! Non ce la faceva proprio.

Quando si accorse che tutti i suoi sforzi non servivano a nulla e che, continuando così, avrebbe potuto farsi deridere da un gattino che se ne stava a sonnecchiare in cima alla pergola, esclamò: “Che brutta uva! È ancora acerba, e a me l’uva acerba non piace davvero!”.

E si allontanò di là con molta dignità, ma con una gran rabbia in cuore.

Esopo, Favole, Bur.

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lucidamente

E’ giunto il momento di mettere da parte la comprensione e guardare solamente ai fatti. Al di là di ogni ragionevole interpretazione, di ogni volontà di comprendere che Ex nihilo nihil fit. Quello che resta sono le azioni. Al di là delle intenzioni, al di là di scenari che sottendono quelle azioni, oltre la volontà di comprendere le ragioni profonde che animano un’azione, è bene guardare l’accaduto diritto negli occhi.

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