emotional landscapes

fughe e approdi

Il documentario di Giovanna Taviani mi ha suggestionato subito, sin dal titolo: Fughe ed Approdi, due momenti in cui nolenti o volenti, si finisce per allontanarsi o avvicinarsi a qualcosa. Se a tutto questo si aggiunge l’effetto che le isole eolie hanno avuto sempre su di me, la miscela è potenzialmente esplosiva. Il documentario purtroppo però è un accozzaglia di episodi storici (il confino fascista di Lipari e la storica fuga di Rosselli), episodi legati alla storia del cinema, che vedono protagonista le eolie, accennando storie anche interessanti, ma purtroppo è colpevole dell’aver solo abbozzato ritratti e questioni che forse meritano un approfondimento più incisivo. A tutto questo si somma la descrizione di scenari antropologico-culturali di vago sapore etnografico, il risultato divene confuso, poco organico dal punto di vista narrativo e a tratti arraffazzonato. La fotografia poi a me personalmente, sembra sbiadita, forse volutamente, ma risulta poco espressiva tranne poche scene (penso alle cave di pomice). Insomma cara Giovanna, non vorrei apparire troppo duro ma a parte due episodi: quello di tuo padre che spiega come i campi lunghi siano l’espressione del rapporto uomo-natura e quello delle donne di panarea che raccontano in maniera vivace dell’esperienza delle fattucchiere che si liberano nell’aria nelle silenziosissime notti di Panarea, il documentario è piatto, di maniera, senza slanci e questo a mio avviso è davvero un gran peccato.

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