psicogeografia

Domenica pomeriggio


E’ passato del tempo dall’ultima avventura psico-geografica, quest’oggi complice un pomeriggio d’ottobre caldissimo, ho girovagato senza meta con un caro amico artista.
Abbiamo vagato molto, per la verità il nostro girovagare è iniziato alle 5 del mattino. Invece di prendere un banale taxi abbiamo deciso di affrontare a piedi una strada che sembrava essere molto breve e che si è rivelata estenuante.
Ci siamo imbattuti in ristoranti che hanno chiuso i battenti, anziani che giocavano felici a bocce con un’intensità rara, signori dall’aria assorta, distesi su panchine ed avvolti in coperte grigie dediti a bere vino contenuto in parallelepipedi di cartone. Palazzi che nel frattampo sono stati abbattuti lasciando cumuli di macerie che presto diventeranno loft, baristi dal taglio di capelli super strutturato.
Poi c’era caldo, abbiamo riparlato del legami sentimentali, abbiamo rivisto in noi stessi i solchi che hanno lasciato le persone che ci hanno amato e che abbiamo amato, la Feltrinelli in cui l’occhio è caduto immancabilmente sulla sezione Scienze sociali (angolino psicologia e psichiatria). Poi caffè scadenti, io che ho abbracciato un bracco di Weimar di nome Otello, un gufo di ceramica di Caltagirone in una vetrina, innumerevoli ed improbabili pubblicità che avremmo voluto manipolare, una puntatina sull’arte ed il suo valore. Insomma una domenica speculativa, eh si direi proprio speculativa.

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augusto, psicogeografia

derive psico-geografiche

Stamane il mio telefono squilla alle 10.37, è Augusto, che fino a poco tempo fa aveva letto solo nei libri l’esistenza delle 10.37 del mattino. Vista l’assoluta eccezionalità dell’evento mi precipito a prenderlo nella sua zarevole dimora.

Pioviggina lentamente, scende con un pastrano blue notte, ed un ombrello nero dal manico di legno, la sua nobile persona si staglia leggiadra davanti i mie occhi, lasciandomi pensare al Fürstenberg (si proprio quello che combatte contro Giovanni dalle bande nere).

Per prima cosa ci dirigiamo in un famoso bar in zona Isola, è qui che ha inizio la nostra esperienza di pura psico-geografia, il nostro intento è quello di toccare punti della città formando una scritta immaginaria, anche se non siamo certi assolutamente di quello che ne verrà fuori.

Dopo un espresso sorseggiato lentamente iniziamo a vagare, apparentemente senza meta.
Il mercatino di Piazzale Cuoco ci accoglie freddamente, il fango, l’atmosfera post industriale, la nebbiolina non aiutano di certo, la nostra attenzione si ferma su una cucina da campo dell’esercito italiano.
Compriamo solo due cose, del pane pugliese e 2 cd a prezzo stracciato.

Ci muoviamo velocemente verso la meta del nostro pranzo, il Mongolian Barbecue, dove mangiamo in abbondanza carne alla brace condita con un liquido bianco altamente infiammabile, sarà paraffina? Mah…

Molliamo l’auto e dopo un caffè in piazza 24 Maggio, uno in corso Genova ed uno in via Savona i primi tremori iniziano giustamente a ricordarci di smettere di bere caffè. Approdiamo assolutamente per caso in un mercatino in cui ci viene richiesto di firmare una liberatoria perchè stanno girando un documentario, ovviamente firmiamo tutto, con nomi fasulli, io Nathan Fake, lui James Holden (solo per la consonanza con il ciuffo).
Scappiamo dal mercatino vintage, ripiombiamo in porta genova, poi di nuovo 24 maggio, poi colonne san lorenzo ( il disegno sta per prendere una certa forma) poi di nuovo via vigevano (ma solo a ricordare il noto mostro).

Birra media chiara con un amico che sembra uscito direttamente da un opera di Oscar Wilde e poi via fino a via Malaga. Sono le 20.10 e abbiamo compiuto il nostro tracciato, ricomposto abbastanza precisamente, ci ha restituito due lettere. Solo due lettere IG e questo a mio avviso dice tanto.

Colonna sonora:
Lone – Emerald Fantasy Tracks – Magic Wire Recordings
Ludovico Einaudi – Divenire – Decca

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